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mercoledì 5 dicembre 2012

Anev: le imprese eoliche fuggono all'estero per la burocrazia

Gli investitori nell'eolico in Italia fuggono a causa della burocrazia. Questo a causa del taglio degli incentivi alle energie rinnovabili, ai registri per la partecipazione delle aste e ai suoi meccanismi. Lo sostiene l'Anev tramite le dichiarazioni del suo presidente Simone Togni, dopo un recente studio di Ernst & Young in cui si mostra un calo nella percentuale degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili.

Secondo questo studio, l'Italia è scesa dal 5° al 9° nella classifica dei mercati più attraenti per investimenti, preceduta da Cina, Germania, Stati Uniti, India, Francia, Regno Unito, Canada e Giappone. Il nostro paese è in calo in tutti i settori delle energie "green": su tutte, l'energia eolica è scesa al 53%, 3 in meno rispetto a tre mesi fa.

Secondo Togni, “i nostri decisori pubblici devono riflettere su questi dati. Le imprese italiane delle Rinnovabili investono in Paesi come Brasile, Messico e Cile dove la normativa è più stabile e consente investimenti sicuri, esportando ricchezza e posti di lavoro. Benefici questi di cui l’Italia ha grande necessità. Si auspica che questa fuga di capitali all’estero venga arginata per il bene del nostro Paese, con interventi che puntino su incentivi in conto capitale e sulla leva fiscale”.

Fonte: ZeroEmission

mercoledì 11 luglio 2012

La burocrazia italiana ferma l'eolico

I tempi burocratici non piacciono alle associazioni delle energie rinnovabili. È quanto emerge dal primo rapporto sull'eolico italiano dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, il Wind Energy Report 2012. Da un lato, si registra un cauto ottimismo da parte delle imprese, concentrate sulle sfide tecnologiche per migliorare l'efficienza delle turbine eoliche, dall'altro si evidenzano le contraddizioni delle misure appena approvate.

L'Italia è il settimo paese per potenza eolica installata nel mondo, con 6,7 GigaWatt di potenza totale disponibile alla fine del 2011, di cui quasi un GW aggiunto l'anno scorso. Tuttavia, investire in questo settore è più costoso in confronto agli altri Paesi europei. Ad esempio, in Europa occorre sborsare poco meno di un milione e mezzo di euro per installare un MegaWatt, mentre bisogna prevedere 200.000 euro in più per i progetti nel BelPaese. Secondo il rapporto, la differenza è dovuta ai costi extra da sostenere per lo sviluppo degli impianti, a causa della lentezza delle autorizzazioni. In più, ci vogliono 4-5 anni in media per approvare un progetto eolico, frenando così l'evoluzione tecnologica. Significa che gli impianti eolici italiani utilizzano turbine che, nei mercati più maturi, sono state soppiantate da modelli più moderni da almeno un paio d'anni.

Leggi l'articolo integrale su Energia 24 Club.