mercoledì 9 maggio 2012

CNEL: Possibili infiltrazioni mafiose nell'eolico

impianti produzione energia eolica
Nel settore eolico rischia di palesarsi l'ombra della mafia, e il timore è maggiore se si considerano i finanziamenti previsti per i prossimi anni, circa 10 miliardi di euro annuali. Questa, l'analisi proveniente da uno studio presentato dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro stamane dal titolo "Rapporto sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dell’energia eolica, curato dall’Osservatorio Socio-economico sulla criminalità".

Secondo il rapporto, tra gennaio 2007 e aprile 2011, si contano 17 inchieste relative ai parchi eolici, con 14 Procure impegnate e 126 ordinanze di custodia cautelare emesse. La proliferazione di impianti di produzione dell'energia eolica, specie al centro-sud, ha posto alcuni spunti di riflessione. Attualmente, infatti, gli impianti eolici si concentrano principalmente nelle regioni meridionali con il 98% della potenza italiana e l’84% del parco impianti e sebbene non vi sia “relazione diretta e ineludibile tra Meridione, criminalità organizzata e produzione energetica rinnovabile”, a detta del CNEL bisogna riflettere sul rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, soprattutto alla luce del controllo ambientale che essa esercita e già fortemente strutturata in molti altri settori, come i lavori edili e lo smaltimento dei rifiuti.

I principali aspetti a rischio criminalità, secondo il CNEL, si possono individuare in: la concentrazione degli impianti in superfici ridotte, l'elevato costo di realizzazione, la scarsità dei mezzi degli uffici tecnici chiamati a dare i permessi e la presenza della quasi totalità degli impianti in regioni con tradizionale presenza di criminalità organizzata.

Il CNEL invoca un severo monitoraggio affinché si possa prevenire e contrastare un fenomeno in crescita, alla luce degli ingenti finanziamenti stanziati nei prossimi anni. La strada da percorrere è il “potenziamento delle indagini patrimoniali, fino alla completa tracciabilità delle risorse assegnate, rafforzamento del collegamento tra le forze di polizia, tramite l’integrazione di informazioni e banche dati”.

Fonti: ANSA, Casaeclima, Rinnovabili.it