La società International Power - Gdf Suez si chiede se sia ancora possibile investire in Calabria. Attende, infatti, sviluppi da parte delle istituzioni e della magistratura sul Parco Eolico Girifalco, progetto eolico di cui detiene la maggioranza delle azioni, sequestrato e inutilizzato da 15 mesi.
Il sequestro è stato disposto dal Gip su richiesta della procura, nell'ambito di un'indagine su presunte violazioni in materia di autorizzazioni. L'ombra della criminalità organizzata e l'incendio doloso di una pala eolica hanno reso la vicenda ancora più complessa.
L'amministratore delegato della "Parco Eolico Girifalco srl" Carlo di Primo si chiede, di fronte a tutto ciò, come si possa continuare ad investire su un progetto che continua ad accumulare perdite, di fronte all'impossibilità di produrre energia elettrica per il fermo delle pale. Ma il suo non è un attacco alla magistratura. L'ad si scaglia contro la burocrazia, sempre lenta nelle procedure, e auspica si possa quantomeno arrivare ad un commissariamento utile a far tornare in esercizio il parco.
In questa situazione di immobilismo, l'International Power potrebbe lasciare il progetto eolico, anche se aspetta con fiducia il momento in cui potrà illustrare le proprie ragioni davanti ad un giudice. Nei giorni scorsi, Di Primio ha incontrato il prefetto Antonio Reppucci, mostrando la situazione e facendo presenti le difficoltà incontrate. Le ragioni a sostegno del Parco Eolico Girifalco partono dall'assunto che il sequestro è di natura preventiva e, comunque, nessuna accusa di reato è stata formulata nei confronti dell'impianto. I ricorsi presentati dalla società sono stati respinti con motivazioni formali, senza entrare nel merito delle documentazioni fornite, escludendo l'unica valutazione sull'ipotesi di reato amministrativo sanzionabile con ammenda. A detta della società, esaminando a fondo tutte le carte si risalirebbe alla regolarità dell'intera procedura.
L'Ip si chiede se sia ancora possibile investire a fronte dei mancati benefici derivanti dall'impossibilità di gestire l'impianto, benefici di natura economica e di cui potrebbe godere la comunità locale derivanti dalla produzione di energia eolica.
Il sequestro è stato disposto dal Gip su richiesta della procura, nell'ambito di un'indagine su presunte violazioni in materia di autorizzazioni. L'ombra della criminalità organizzata e l'incendio doloso di una pala eolica hanno reso la vicenda ancora più complessa.
L'amministratore delegato della "Parco Eolico Girifalco srl" Carlo di Primo si chiede, di fronte a tutto ciò, come si possa continuare ad investire su un progetto che continua ad accumulare perdite, di fronte all'impossibilità di produrre energia elettrica per il fermo delle pale. Ma il suo non è un attacco alla magistratura. L'ad si scaglia contro la burocrazia, sempre lenta nelle procedure, e auspica si possa quantomeno arrivare ad un commissariamento utile a far tornare in esercizio il parco.
In questa situazione di immobilismo, l'International Power potrebbe lasciare il progetto eolico, anche se aspetta con fiducia il momento in cui potrà illustrare le proprie ragioni davanti ad un giudice. Nei giorni scorsi, Di Primio ha incontrato il prefetto Antonio Reppucci, mostrando la situazione e facendo presenti le difficoltà incontrate. Le ragioni a sostegno del Parco Eolico Girifalco partono dall'assunto che il sequestro è di natura preventiva e, comunque, nessuna accusa di reato è stata formulata nei confronti dell'impianto. I ricorsi presentati dalla società sono stati respinti con motivazioni formali, senza entrare nel merito delle documentazioni fornite, escludendo l'unica valutazione sull'ipotesi di reato amministrativo sanzionabile con ammenda. A detta della società, esaminando a fondo tutte le carte si risalirebbe alla regolarità dell'intera procedura.
L'Ip si chiede se sia ancora possibile investire a fronte dei mancati benefici derivanti dall'impossibilità di gestire l'impianto, benefici di natura economica e di cui potrebbe godere la comunità locale derivanti dalla produzione di energia eolica.